Foresta Amazzonica inondata
Silenzio e tranquillità sono ciò che sembra trasmettere l’acqua che scorre lenta e costante, l’aria è calda e umida. Le forti precipitazioni, nella stagione delle piogge (da gennaio a fine marzo), gonfiano il fiume fino a farlo uscire dal suo letto. Le acque del Rio delle Amazzoni hanno allagato la circostante fascia di Foresta amazzonica, coprendo qualsiasi forma vegetale e spingendo gli animali presenti verso zone nuove da esplorare. La vegetazione è rigogliosa e la luce che giunge negli strati bassi è scarsa, assorbita da quelli superiori.
Il Rio delle Amazzoni – in Sudamerica – nasce vicino all’oceano Pacifico, nelle Ande peruviane. Inizia il suo percorso a più di 4500 metri di altezza, dove dai rilievi montuosi scende verso le pianure percorrendo 6300 chilometri (circa sei volte l’Italia) prima di arrivare all’oceano Atlantico.
Il Rio delle Amazzoni è il fiume più lungo del mondo dopo il Nilo e rispetto a questo ha un bacino molto più ampio per l’abbondanza d’acqua portata dai suoi affluenti.
L’area in cui scorre il Rio della Amazzoni è piuttosto piana, le correnti delle acque fluiscono quindi lentamente, attraversando tutto il continente. Questa debole pendenza fa sì che piccole variazioni del livello delle acque inondino grandissime estensioni di terreno; sembra proprio, in taluni punti, che il fiume non “sappia dove dirigersi”. Periodicamente, dopo le piogge, le acque traboccano dal letto del fiume e si impadroniscono della foresta circostante, per ritornare più tardi, lentamente, nel loro alveo. Questo continuo e inevitabile succedersi di piene e di ritiro delle acque, ha fatto affermare all’ecologo francese Jean Dorst che il sistema idrografico del Rio delle Amazzoni “palpita come un cuore”.
Queste inondazioni periodiche influiscono sulla biologia di tutti gli organismi che vivono in questi luoghi.